Collana "Storie interreligiose"

Collana "Storie interreligiose"

Diretta da Lejla Demiri, Thomas Frank, Francesco Mores, Matthias Morgenstern, Daniela Rando, Davide Scotto e Roberto Tottoli

La collana Storie interreligiose nasce dalla collaborazione tra il Centro di studi interreligiosi presso il Collegio Borromeo di Pavia e Villa Vigoni, Centro italo-tedesco per il dialogo europeo. Accoglie ricerche dedicate alla storia dei rapporti tra ebraismo, cristianesimo e islam, in particolare in Europa e nel contesto mediterraneo. Affronta, in prospettiva storica, problemi legati al confronto intellettuale e alla coesistenza tra individui appartenenti a gruppi religiosi diversi, indagando dialoghi reali o immaginari, controversie esegetiche e teologiche, influenze letterarie e artistiche, dinamiche di conversione e proposte di conciliazione.


VOLUME PRIMO
Davide Scotto Juan de Segovia e il Corano. Convertire i musulmani nell'Europa del Quattrocento

Loveno di Menaggio, Villa Vigoni Editore | Verlag, 2022, 302 p.

Nella primavera del 1456 Juan de Segovia portava a termine un Corano trilingue (arabo castigliano e latino) su cui aveva lavorato, tra difficoltà materiali e linguistiche, con il faqīh musulmano Yça Gidelli. Riteneva la nuova traduzione fondamentale per il piano di conversione dei musulmani via pacis et doctrine che aveva concepito subito dopo la caduta di Costantinopoli (1453). Il libro indaga le origini e lo sviluppo del progetto di Segovia, dalle lezioni universitarie alle dispute con i dotti musulmani, dai dibattiti dottrinali di Basilea all’esilio presso il priorato di Aiton in Savoia, fino al destino dei suoi libri dopo la morte. Giudicando inutile l’attesa di miracoli, l’invio di predicatori in terra islamica e la crociata promossa in quegli anni dal papato, Segovia considerava la conoscenza scrupolosa del Corano indispensabile per gli studiosi cristiani impegnati nel confronto con il mondo islamico, ma anche per i musulmani, i quali, attraverso la loro stessa legge, avrebbero compreso i misteri della dottrina cristiana. La proposta di Segovia è da accostarsi non già a preoccupazioni legate alla tolleranza religiosa o a istanze pacifiste modernamente intese, né al metodo di studi dell’islam adottato dall’arabistica europea nel secondo Ottocento, e neppure a iniziative di dialogo interreligioso novecentesche. Innervata dal lessico e dall’esegesi delle Scritture, essa è piuttosto da ricondursi alla pratica del confronto tra dotti cristiani e islamici (collacio mutua) che, discussa con autorevoli interlocutori come Niccolò Cusano e Enea Silvio Piccolomini, Segovia riteneva la sola soluzione efficace per arginare le guerre e persuadere i musulmani a convertirsi volontariamente alla fede cristiana.


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